Opinione: Il Ritorno del Golem, di Giuliano Conconi

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L'archetipo del Golem rivisitato in questo racconto gotico dai forti connotati storici e psicologici.

Petr Belak si trasferisce a Praga, per frequentare l'Università. Stabilitosi presso il quartiere ebraico, in una palazzina adibita a studentato, il giovane entra in contatto con Saul Leser, gioviale rappresentate della comunità semita, David Schmelke, losco allievo della scuola rabbinica e Tomas Kubala, allegro coinquilino.
I primi giorni trascorrono tra feste e visite della città, ma la spensieratezza è di breve durata: due efferati omicidi sconvolgono lo studentato.
Nonostante le indagini della polizia si concentrino altrove, Petr sospetta di David Schmelke.
Perché il sinistro individuo di giorno rimane rinchiuso nella sua stanza e di notte si reca di nascosto alla Sinagoga? Quali verità cela l'antico cimitero ebraico? Tra leggende vecchie di secoli e segreti legati alla Cabala, il protagonista si muove sullo sfondo di una Praga occulta e dalle atmosfere gotiche, in un viaggio di sola andata verso il Male.


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Un racconto che ho lasciato da parte per tanto tempo e che altrettanto ha dovuto aspettare per essere recensito (e mi scuso con l'autore).
Una storia antica che viene riportata alla luce, in una nuova storia.
Penso che un po' tutti abbiano sentito parlare del "Golem di Praga" anche solo vagamente, come me appunto. Tra queste pagine vi verrà spiegato meglio, non so se aggiungendo dettagli inventati oppure tutto basandosi sulla leggenda. Mi spiace, ma non conoscendo la leggenda non posso aiutarvi in questo.

Il racconto inizia un po' lento, spiegando chi sia il protagonista, descrivendo dove va a vivere per studiare (un quartiere ebraico) e parlando un po' delle altre figure che lo accompagnano. Un giovane molto allegro e pronto a far baldoria, uno più serio e posato che prenderà a modello, e un altro misterioso che non proferisce mai parola e si nasconde sempre nella sua camera.
La storia in se non è molto spaventosa (parlo per me, ce ne vuole per tenermi sulle spine o farmi rizzare i peli), è quasi un indagine che il giovane Belak svolge da solo per capire chi si nasconda dietro gli omicidi che stanno sconvolgendo la città e che lentamente si avvicinano a lui e chi conosce.
Ma dietro a tutto questo non c'è solo un brutale omicida, piuttosto qualcosa di antico, di impensabile che si aggira per Praga a seguire ordini orribili; scoprire chi lo comanda e ciò che si nasconde dietro sarà uno shock per il ragazzo....

Un libro piuttosto imprevedibile, devo ammetterlo, che conduce il lettore in una direzione per poi fare una brusca virata. Tra storie, leggende e la realtà di Praga, ci ritroviamo in un incubo senza via d'uscita. Il finale è veloce, breve e...crudo. Anche triste, secondo me.
Però perfetto per questa storia. 

Porta in scena tutti questi aspetti insieme: realtà e leggenda, che non possono coesistere, non nel nostro mondo così moderno.
Non è un fantasy, tutto ciò che non è reale viene usato per la storia, per arricchirla.
Se vi piacciono le storie legate al mistero, ai miti, ma anche alla realtà e quindi l'essenza umana (che già di per se è crudele), questo libro fa per voi. 

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