Opinione: Volevo Solo Farti Vedere, di Severino Cirillo

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Jacopo ed Emma stanno ancora giocando, quando la notte li raggiunge.
Nel cercare la via di casa incontrano un uomo immerso nell’ombra che, aiutandoli ad attraversare una strada, li accompagna nel loro futuro per mostrargli cosa accade al cuore degli umani, durante la vita.
Cosa vedranno i due bimbi sulla loro via? E chi è quell’uomo?


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Come al solito non ho letto la trama e mi sono gettata tra le pagine.
La storia inizia in un giardinetto dove Jacopo ed Emma, due bimbi di 3 anni, stanno giocando quando si accorgono di essere soli, gli adulti sono spariti e decidono di tornare a casa da soli. Lungo il percorso incontrano una figura nascosta sempre nell'ombra, dalla forma umana, che si avvicina e li convince a farsi dare la mano per attraversare la strada, perchè i bimbi lo sanno che da soli non possono farlo.
Quello che i bimbi non sanno è che sarà un lungo viaggio che li porterà a vedere cose riguardanti il loro futuro, nel bene e nel male,....ma perchè quella figura lo sta facendo?
A questa domanda non posso rispondere, lo immaginerete leggendo le pagine e alla fine avrete conferma se vi siete sbagliati oppure no.

Una storia carina, dolce, ma con qualche stonatura quà e là che mi ha fatto storcere un po' il naso.
I bambini hanno circa 3 anni e durante le pagine questa età varia, perchè alcuni ragionamenti sono troppo maturi per bambini così piccoli, mentre in altre scene mantengono fin troppa innocenza, quando dovrebbero invece avere più intelligenza e maturità.
Per esempio, all'inizio del romanzo quando scompaiono tutti si chiedono dove siano i grandi, non mamma e papà. Qualcosa che dubito due bimbi farebbero. A tre anni vuoi i genitori, cerchi loro, non i grandi (in generale).
O quando l'adulto in nero si avvicina chiedendo loro se devono attraversare gli chiedono se lui è 'il papà'; addirittura Emma chiede se è il suo papà: o non lo ha mai visto (cosa che dubito), o mi pare una domanda assurda, perchè: come può non riconoscerlo?
E, nonostante si chiedano se sia un grande cattivo (ovviamente, credo che tutti i genitori insegnino ai figli di non fidarsi degli sconosciuti), li convince il fatto che è un papà anche lui (solo perchè lo ha detto), quindi va tutto bene.
Molto tirato come ragionamento. Un po' preoccupante, ma....andiamo avanti. Perchè è l'inizio che mi ha infastidito, andando avanti la storia acquista ritmo e diventa molto piacevole.

Questa figura nell'ombra, infatti, porta a turno i bambini a vedere qualcosa che li riguarda, dandogli la capacità di comprendere con un tocco...eppure questo 'dono' non si percepisce nella lettura, sembra (visto che la storia è dal punto di vista dei due bambini) che restino di 3 anni perchè non capiscono nulla di quello che accade anche se ne dovrebbero avere le capacità.
Il lettore comprende, ma tra le righe si capisce che loro intuiscono ma non di più. 
Io avrei dato ai bimbi più anni, sarebbero più adeguati a questa storia e ai comportamenti che assumono (poi magari mi sbaglio io e a 3 anni si può essere così svegli eppur allo stesso tempo così bambini).

Una favola quasi, che racconta una storia che si dovrà attendere per comprendere in tutto.
Se aggiustati alcuni dettagli iniziali, penso potrebbe essere apprezzata di più.
Mi spiace molto non potervi dire altro riguardo la trama, non voglio fare spoiler e rovinare la lettura.
E' abbastanza breve ma piacevole e intensa. Non si dilunga in cose inutili, e anche per questo mi è piaciuta.

Una storia che alla fine mi è piaciuta, nonostante quei piccoli dettagli che la rendevano irreale e fastidiosa quasi (per me).
Non sarà la favola per la buonanotte per un bambino, ma per un adulto può far sognare e riflettere.
Io ve la consiglio.
Se decidete di seguire il mio consiglio fatemi sapere cosa ne pensate, se vi è piaciuto oppure no. 

2 commenti:

  1. Ciao! Grazie per il lavoro che fai, è molto prezioso. Provo ad aggiungere un paio di dettagli di prima mano (visto che l'ho scritto io :) )

    1) Ho lavorato per un paio d'anni con bimbi dai 2 ai 12 anni ed è sorprendente quanto in là si possano spingere i più piccoli. Ma forse è solo perché erano Cinesi (insegnavo a Shanghai).
    2) Ho intenzionalmente reso quasi assurdo il loro modo di ragionare, perché in fondo lo è. Il modo in cui i bimbi vedono il mondo è molto diverso dal nostro... ed è proprio una delle chiavi del romanzo.
    3) L'idea è quella di un'umanità unita. Per questo, quando all'inizio si perdono, l'autorità viene ampliata sulle "persone grandi", perché loro vedono tutti come "buoni di default". Se hai notato, le paure degli estranei sono state insegnate da altri (papà mi ha detto)
    4) in alcuni ragionamenti, ho DOVUTO dare la precedenza al lettore, sennò non si sarebbe capito niente della storia :)

    Nel frattempo ti ringrazio tantissimo e spero che il libro continui a piacere. Un abbraccio enorme. Severino

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    1. Grazie a te per avermelo lasciato leggere e per questo chiarimento, sopratutto verso i bambini :)

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