Opinione: Il Racconto Dell'Ancella, di Margaret Atwood

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In un mondo devastato dalle radiazioni atomiche, gli Stati Uniti sono divenuti uno stato totalitario, basato sul controllo del corpo femminile. Le poche donne in grado di avere figli, le "ancelle", sono costrette alla procreazione coatta, mentre le altre sono ridotte in schiavitù. Della donna che non ha più nome e ora si chiama Difred, cioè "di Fred", il suo padrone, sappiamo che vive nella Repubblica di Gilead, e che può allontanarsi dalla casa del padrone solo una volta al mese, per andare al mercato. Le merci non sono contrassegnate dai nomi, ma solo da figure, perché alle donne non è più permesso leggere. Apparentemente rassegnata al suo destino, Difred prega di restare incinta, unica speranza di salvezza; ma non ha del tutto perso i ricordi di "prima"...

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In breve: un libro da leggere!
Particolare e dai temi forti, racconta di una società non molto distante da quella attuale nella quale tutto è stravolto dopo una guerra nucleare e una maggiore sterilità che ha colpito la popolazione.
Non è per tutti come testo, ma di sicuro colpisce e fa riflettere il lettore, oltre che procurargli molti brividi perché ci si rende conto che non è un distopico così lontano dalla nostra realtà.

La protagonista è una giovane donna che in questa nuova società si ritrova a ricoprire il ruolo dell'Ancella, ovvero una donna fertile che deve riuscire a dare un bambino a coppie più abbienti della società, attraverso un passaggio della Bibbia, distorto e manipolato per i loro scopi. Il marito dovrà avere rapporti con l'Ancella una volta al mese, distesa tra le gambe della moglie, così da fare da intermediario e dare alla coppia un figlio loro. Un utero funzionante, in pratica, e nulla più.
Queste donne sono ritenute in particolare attenzione per questa loro caratteristica, ma non mancano le violenze psicologiche e a volte fisiche verso di loro.

Il mondo in cui Difred (non si conoscerà mai il suo vero nome) viveva non esiste più, ormai questa società ha tolto ogni diritto alla donna e riscritto il modo di vivere per tutti, lentamente e lasciando tutti col culo a terra.
Lei ha provato a fuggire col marito e la figlia, ma sono stati fermati e catturati, riportandoli tra le mura della città e lei non ha idea di cosa sia successo alla sua famiglia.

Attraverso di lei, per vari flashback, scopriremo cosa è successo e cosa ha portato la società ad arrivare a quel punto, dove nessuno può fidarsi di nessuno, dove sono obbligati a muoversi in coppie e stare attenti ad ogni mossa, per non essere portati via dagli Occhi, che vigilano e fanno la legge.
Chiunque si opponga avrà come unico destino la morte, rapida tramite impiccagione o lenta nelle Comunità, dove sono obbligati a vivere nelle zone ancora radioattive.

Una storia davvero bella, per quanto inquietante e realistica.
Purtroppo si fatica a trovarlo, non essendo ristampato da anni, ma non temete, vista la messa in onda della sere televisiva omonima* ci sarà una ristampa estiva.
Segnatevi questo titolo, se la trama vi piace, non ve ne pentirete a leggerlo.


*Vi consiglio di guardarla! E' davvero stupenda e ben fatta, gli attori sono incredibili e riescono a rendere questa storia sullo schermo e a farti entrare nelle loro sofferenze e piccole gioie.
MA se siete particolarmente sensibili, ve la sconsiglio. Molte scene sono forti, emotivamente, e possono farvi stare male.
Per quanto mi piacerebbe farla conoscere, perché merita molto, non voglio far star male nessuno!

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