American Crime Story: L'Assassinio Di Gianni Versace (Opinione su questa Seconda Stagione)

Avevo iniziato a pararvene prima di iniziare a guardarla (qui) ed ora, dopo l'ultima puntata che chiude questa seconda stagione di questa serie così particolare, proverò a parlarvene.
Non approfondirò le puntate, per non guastarvi la visione, ma i fatti sono noti ed accaduti più di vent'anni fa quindi su alcune cose non si può proprio parlare di Spoiler.
Se non volete sapere nulla, guardatelo perché merita ma non leggete.

In breve: Wow!
Anche questa seconda stagione di "American Crime Story" ha portato una storia incredibile e l'ha regalata al pubblico con uno stile particolare, portando attenzioni non solo alla storia narrata, ma facendo riflettere su quello che viene raccontato.

Ma prima di tutto vorrei porre una cosa che mi ha infastidito in primo piano:
perché il titolo è "L'Assassinio di Gianni Versace"?
Durante le puntate Versace è una macchia sullo sfondo, quando compare. Non serve molto ai fini narrativi, era solamente l'ultima e la più famosa vittima di Cunanan, per il resto viene raccontata la sua vita, ciò che lo porta a diventare un truffatore e a perdere il controllo uccidendo cinque uomini.
Forse è questo il punto.
Una delle tragedie di cui parla questa serie.
Ha ucciso così tante persone, eppure doveva arrivare fino a Versace prima che le acque si smuovessero abbastanza per metterlo in cima alla lista di ricercati e sbattere la sua faccia ovunque?
Purtroppo pare di si...



Tornando alla serie, questa seconda stagione ha uno stile completamente diverso per raccontare questa storia: partendo dalla fine, andando indietro nel tempo.
Nel primo episodio siamo a Miami il 15 luglio del 1997, quando Cunanan sparò a Versace sulla soglia di casa sua, uccidendolo e riuscendo poi a scappare dalla polizia. Ma Cunanan non è un volto sconosciuto perché l'FBI sapeva chi era, che aveva già ucciso, ma non avendo divulgato le foto non ha evitato quest'ultima morte.
Già solo con questa apertura fa venire i brividi allo spettatore.
Gli attori sono incredibili, le musiche straordinarie ad avvolgere tutto,...poi i costumi, gli ambienti.
Insomma, colpisce in pieno e fa venire voglia di saperne di più!
Ma attenzione, perché il titolo inganna.
Io per prima pensavo fosse qualcosa di simile al precedente (O.J.Simpson) e che la storia andasse avanti, concentrandosi appunto sull'Assassinio di Versace.
Invece ci troviamo a conoscere l'Assassino sempre meglio, puntata dopo puntata, andando indietro nelle tappe fondamentali che lo portarono ad essere una mina vagante.
Tutto questo porterà ad odiare Cunanan per i suoi comportamenti, per i suoi capricci, le morti senza senso che provocherà,....perché effettivamente, anche se non si scoprirà mai tutto ciò che c'era dietro alle sue azioni, sembrano solo invidia per una vita lussuosa che non è riuscito ad ottenere senza fare nulla. Eppure in certi momenti lo compatiremo e proveremo pena per lui, nonostante ciò che sappiamo farà.
Darren Criss è straordinario in questo ruolo!
Regala questa altalena di emozioni allo spettatore, rendendo un personaggio difficile non solo credibile, ma reale nelle sue sfaccettature.
Un giovane uomo che vuole spiccare nell'ambiente gay, diventare famoso e ricco, ma senza fare nulla. In molti gli diranno che ha talento e basterebbe poco impegno perché riesca ad avverare i suoi sogni, eppure non ne vuole sapere. E' un abile imbroglione, un manipolatore eccezionale, riesce a ribaltare la sua storia in mille modi, camaleontico e senza rimorsi. Pensa solo a se stesso ed al suo benessere, passando sopra chiunque per ottenere ciò che desidera, amici e non.
Una persona malata, viziata, egocentrica, che porterà solo sventura a chi incrocerà la sua strada.
Eppure intrigante, per questo lato, incuriosendo lo spettatore che vuole saperne di più, per capire qualcosa che mai avrà una spiegazione, di nessun genere.
Come già dicevo, Versace e la sua famiglia restano marginali, faranno qualche comparsa qua e là, ma non ne capisco appieno lo scopo.
Metter a confronto le due vite? Eppure sono diversi, fin dall'infanzia. L'unica cosa in comune è l'essere gay.

Questo un altro punto che resta in sottofondo, ma che fa riflettere: l'omofobia.
Spesso infatti ci troviamo a vedere casi palesi e a renderci conto che in vent'anni abbiamo fatto strada ma (purtroppo) non tanta quanto si vorrebbe. Infatti alcuni omicidi vengono quasi non calcolati perché le vittime erano gay (uno dei motivi per cui si suppone la poca importanza data dall'FBI a Cunanan) o alcuni casi di aggressioni "declassate" perché la vittima era omosessuale.



Consiglio di guardarla è una serie davvero ben fatta, in ogni senso.
Anche in questo caso, anche semplicemente la somiglianza fra attori scelti e persone reali è impressionante; senza parlare poi del talento.
Ora non resta che aspettare la prossima stagione e scoprire la prossima storia.

1 commento:

  1. Condivido in pieno ciò che hai scritto é stata davvero una serie bellissima, la scelta del cast strepitosa Edgar è cosí identico a Versace che fa pure impressione, Penelope é molto più bella di Donatella ma l'ha interpretata magnificamente imitando i suoi movimenti, Ricky è l'unico che non mi ha molto convinto, Darren beh é stato straordinariamente immenso nel farti percepire il carattere altalenante di Andrew. Per la questione del titolo sul perché si chiama Assasinatio of Versace quando della famiglia Versace si vede molto meno, beh credo che Ryan Murphy abbia voluto rendere proprio quello che hai scritto tu, perché c'è voluto l'assassinio di Versace per decidersi ad arrestare Andrew? Ryan secondo me ha volutamente messo quel titolo e poi ha reso tutta la storia su Andrew per farci rendere conto che se non avesse ucciso qualcuno di così importante come Versace non sarebbero riusciti a fermarlo e avrebbe ucciso altre persone. Comunque, in base a quello descritto dalla serie tv è colpa del padre se Andrew è cresciuto così, ha detto la prima bugia quando è andato a lavorare dopo che il padre è scappato lasciandoli senza nulla. Io spero che vincano qualche premio perché se lo meritano un sacco

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