Opinione: Trasmissione Inversa (Cthulhu Apocalypse 5), di Fabrizio Valenza

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Autunno 2015. Un villaggio immerso nella nebbia vicino a Verona. Un uomo torna dal lavoro e siede a tavola con la moglie e il figlio di tredici anni, che ama più di ogni altra cosa al mondo. Si risveglia sulla poltrona all’una e un quarto di notte. Gli altri già dormono. Non capisce cosa stia vedendo sullo schermo della TV ancora accesa, si rende appena conto che è qualcosa che lo terrorizza quando si alza, va in cucina, cerca nei cassetti, prende un coltellaccio, ma lo lascia cadere per terra. Meglio l’accetta. Esce, va nella legnaia e sale a compiere il suo dovere.
Con questo omicidio apparentemente incomprensibile inizia l’incubo di Verona, l’ondata rossa di follia, come viene subito ribattezzata dai media. Un poliziotto e un giornalista fanno del loro meglio per capire cosa stia accadendo, nella speranza di riuscire a bloccare le stragi familiari che si susseguono a ritmo serrato. Mai avrebbero immaginato che i loro incubi adolescenziali, fatti di romanzi horror e sette magiche, potessero divenire quotidianità.
Cthulhu è dietro l’angolo. Aspetta soltanto che qualcuno pronunci le parole giuste.


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Un capitolo che non mi aspettavo, infatti credevo che la saga riguardante Cthulhu Apocalypse fosse terminata...ma sono contenta di essermi sbagliata!
Per chi non la conoscesse:
Cthulhu Apocalypse è una serie di novelle autoconclusive e scritte da diversi autori che si svolgono nella stessa ambientazione di matrice lovecraftiana. Non è necessario leggere le opere in ordine di uscita anche se ovviamente aiuta a comprendere meglio il mondo creato dagli autori coinvolti nel progetto

E sono:
Lovecraft's Innsoouth, di Claudio Vergnani (ristampato poi in versione estesa)
R'lyeh: Dal Profondo, di Daniele Picciuti
Ben & Howard, di Pietro Gandolfi
Cancellato, di Eleonora Della Gatta
(i link riportano alle mie precedenti recensoni)

In questo quinto capitolo, il più interessante della saga secondo me, si ha a che fare con una storia più verso il thriller, che fantasy; ma sempre con uno sfondo horror, che è piacevole da trovare.
Il nostro protagonista è Bruno Videnti, un giornalista, che si ritrova in mezzo a delle morti improvvise, che sconvolgono la città. Degli omicidi-suicidi che si susseguono ad un ritmo allarmante e a cui nessuno riesce a dare un senso logico. Tirato nelle indagini dal suo amico, l'ispettore Paolo Tortuga, amici dall'infanzia, i due cercano di trovare una soluzione a questi casi e capire cosa stia accadendo a Verona.
Ma pagina dopo pagina, capiremo sempre meglio che c'è qualcosa di oscuro dietro a tutto questo, qualcosa che alcuni dei suicidi si lasciano alle spalle, facendo riferimento a Lovecraft e ai suoi scritti. 
Qualcosa di assurdo, ma che si fa sempre più sensato quando la situazione sembra coinvolgere le grandi città d'Italia. 
Oltre a quello, l'unico indizio, è la tv accesa su un canale quasi banale di televendite.
Il nesso tra quello e le morti? Difficile da dire, ma scavando troveranno risposte che non avrebbero mai voluto scoprire.

Una lettura piacevole, intensa e che cattura fino alla fine.
Scritto come un diario da Bruno, riporta i fatti prima e dopo la sua partecipazione, facendoci entrare dentro la sua mente e guardare gli eventi come li vive lui, giorno dopo giorno, mentre qualcosa inizia a far impazzire la città dall'ombra. 
Forse l'unica critica è che è troppo corto, il finale arriva troppo in fretta ed è tutto troppo breve, lasciando tante domande e spiragli aperti. 

Un thriller/horror, se così si può definire. 
Davvero ben fatto, che consiglio anche a chi non ha seguito la saga per intero.
Magari farà venir voglia di recuperare gli altri capitoli, ma ricordo che non sono strettamente collegati.  

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