Opinione: Chi Perde Paga (La trilogia di Bill Hodges 2), di Stephen King

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Il genio è John Rothstein, scrittore osannato dalla critica e amato dal pubblico - reso immortale dal suo personaggio feticcio Jimmy Gold - che però non pubblica più da vent'anni. L'uomo che lo apostrofa è Morris Bellamy, il suo fan più accanito, piombato a casa sua nel cuore della notte, furibondo non solo perché Rothstein ha smesso di scrivere, ma perché ha fatto finire malissimo il suo adorato Jimmy. Bellamy è venuto a rapinarlo, ma soprattutto a vendicarsi. E così, una volta estorta la combinazione della cassaforte al vecchio autore, si libera di lui facendogli saltare l'illustre cervello. Non sa ancora che oltre ai soldi (tantissimi soldi), John Rothstein nasconde un tesoro ben più prezioso: decine di taccuini con gli appunti per un nuovo romanzo. E non sa che passeranno trent'anni prima che possa recuperarli. A quel punto, però, dovrà fare i conti con Bill Hodges, il detective in pensione eroe melanconico di "Mr. Mercedes", e i suoi inseparabili aiutanti Holly Gibney e Jerome Robinson. Come in "Misery non deve morire", King mette in scena l'ossessione di un lettore per il suo scrittore, un'ossessione spinta fino al limite della follia e raccontata con ritmo serratissimo. "Chi perde paga" è il secondo romanzo della trilogia iniziata con "Mr. Mercedes", nel quale l'autore tocca un tema a lui caro, quello del potere della letteratura sulla vita di ogni giorno, nel bene e nel male.

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 Ci tengo a fare un appunto prima di iniziare. Pur apprezzando la prima copertina, ho scelto di mettere la seconda (economica, appena pubblicata) perchè più simile alla prima.
Altra cosa, che però non mi piace e mi fa storcere il naso, è la scelta del titolo.
In lingua originale era "Finders Keepers", ovvero "Chi Trova Tiene" (un modo di dire, simile anche in Italia) e non capisco invece la scelta di usare "Chi Perde Paga" che non ha a che fare con la trama quando quella originale. 
Il gioco di parole era perfetto per la trama del romanzo!

Questo libro ha due trame parallele, ma divise nel tempo.
Parte nel 1968, durante una rapina allo scrittore Rothstein che si trasforma in delitto quando Bellamy (uno dei ladri) discute con l'autore riguardo una trilogia pubblicata anni prima che ha distrutto il suo personaggio preferito, e finisce con l'ucciderlo scoprendo solo dopo l'entità del suo danno.
Lo scrittore, infatti, aveva tanti taccuini pieni di una nuova storia dell'eroe di Bellamy, quindi non lo aveva 'abbandonato', ma gli erano occorsi anni per riprendere in mano la storia. Prendendo insieme a quelli i soldi, i tre scappano, ma solo uno uscirà vivo dalla nottata...
Nel 2010 Peter è un ragazzino il cui padre è stato investito quella mattina davanti la Fiera del Lavoro dall'Assassino della Merchedes. La situazione in casa si fa sempre più dura e tesa: i suoi genitori litigano sempre per i soldi, che non bastano mai e la sola a lavorare è la madre in condizioni precarie mentre il marito si ristabilisce. Devastato da questi continui bisticci, come la sorellina Tina, decide che se avesse la possibilità di aiutarli lo farebbe, purchè tutto smetta. E una mattina è ciò che accade quando trova, nascosto in un tronco, un grosso baule...

Va tutto bene fino al 2014 quando i soldi finiscono e 'il buon samaritano' che li spediva anonimamente alla famiglia smette di mandarli. Pete si sente in colpa, volendone di più per poter aiutare la sorellina ad entrare nella scuola che desidera, ma come fare? Gli restano solo i taccuini, e da quì iniziano i suoi guai.
Nel frattempo Bellamy esce di prigione e va alla ricerca del suo tesoro, non sapendo ancora che è stato recuperato da un ragazzino anni prima.
Quando queste vicende si stanno per intrecciare, ritroviamo una vecchia conoscenza: Hodges, che ormai ha cambiato totalmente vita dopo l'infarto che lo ha quasi ucciso. Ora, venti chili in meno, si nutre in maniera sana, fa più attività fisica, e ha ricominciato a lavorare insieme ad Holly, cambiata anche lei rispetto al primo volume, più matura e sicura di sè, anche se si porta ancora addosso i propri problemi. Ma qualcosa ossessiona ancora Hodges, infatti va spesso a trovare Brody nel reparto in cui è ricoverato in ospedale per assicurarsi le sue condizioni. Quasi un vegetale da quando si è risvegliato dal coma, ma il detective sente che qualcosa gli sfugge...

Queste storie si incroceranno circa a metà del libro, che procedeva veloce negli anni, per poi fermarsi e descrivere pochi giorni che sembrano eterni.
Un libro migliore del secondo, anche se inizia spiazzando i lettori che si aspettano una storia simile al primo, ma King non è prevedibile!
Scorrevole ed interessante, che approfondisce meglio Holly, mentre Hodges non cambia molto rispetto al primo volume. Sempre un detective dal vecchio stampo.

Un libro che fa sorridere chi conosce King, perchè salta immediatamente in mente Misery (chi non sa di cosa parlo: vergogna!), anche se la storia è molto diversa tranne che per un dettaglio: l'ossessione malsana di un fan.

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