Opinione: Il Cerchio, di Dave Eggers

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"Mio Dio, questo è un paradiso" pensa Mae Holland un assolato lunedì di giugno quando fa il suo ingresso al Cerchio. Mai avrebbe pensato di lavorare in un posto simile: la più influente azienda al mondo nella gestione di informazioni web, un asteroide lanciato nel futuro e pronto a imbarcare migliaia di giovani menti. Mae adora tutto del Cerchio: gli open space avveniristici, le palestre e le piscine distribuite ai piani, la zona riposo con i materassi per chi si trovasse a passare la notte al lavoro, i tavoli da ping pong per scaricare la tensione, le feste organizzate, perfino l'acquario con rarissimi pesci tropicali. Pur di far parte della comunità di eletti del Cerchio, Mae non esita ad acconsentire alla richiesta di rinunciare alla propria privacy per un regime di trasparenza assoluta.
"Se non sei trasparente, cos'hai da nascondere?" è uno dei motti aziendali. Cioè, condividere sul web qualsiasi esperienza personale, trasmettere in streaming la propria vita. Nessun problema per Mae, tanto la vita fuori dal Cerchio non è che un miraggio sfocato e privo di fascino.
Perlomeno fino a quando un ex collega non la fa riflettere: il progetto di usare i social network per creare un mondo più sano e più sicuro è davvero privo di conseguenze o rende gli esseri umani più esposti e fragili, alla fine più manipolabili? Se crolla la barriera tra pubblico e privato, non crolla forse anche la barriera che ci protegge dai totalitarismi? Presto quella che sembrava la storia delle idealistiche ambizioni di una donna diventa una storia di suspense, un'indagine a tutto campo sulle questioni della memoria, della privacy, della democrazia e dei limiti (valicabili o meno) posti alla conoscenza umana.
 
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Ho iniziato a leggere "Il Cerchio" perché ho visto il trailer in TV della sua trasposizione cinematografica, e mi piacciono molto i romanzi che pongono domande e quesiti, come in questo caso: i social possono essere troppo?!

Partiamo dall'inizio.
Mae è una ragazza intelligente ma sfigatella, si laurea all'università ma dopo finisce a lavorare per l'agenzia del gas. Giovane e sprecata per quel posto, inizia a farsi domande sulla sua vita, visto che tutti intorno a lei sono felici del suo potenziale che le potrebbe far scalare i vertici di quel mestiere....cosa che non sopporta.
Come darle torto!
Complimenti inutili da chi ne sa meno di lei e addirittura si fa bello con i suoi progressi, attribuendoseli....ed augurandole un futuro in un posto che odia.
Chiunque può capirla, ma lei è una brava ragazza, che deve pagare le rette dell'Università e non pesare sulla famiglia, quindi si accontenta, fino a quando la sua amica Annie non la "obbliga" a fare domanda al Cerchio, dove la assumono.
E da qui inizieremo ad odiare un po' tutti i personaggi che compariranno...mi spiace...

Mae inizia a tirarci un pippone (il primo di....troppi!!), perché Annie è ormai famosa in quell'azienda e sa che è solo grazie a lei se l'hanno presa. Come se fosse troppo stupida per farcela da sola.
Ah, Annie è insopportabile!
Umorismo da bimba di 2 anni, simpatia di una sedia e fa l'impegnata anche se è sempre dietro a Mae e ai "social" (ma capiremo ben presto che è una regola aziendale).
Superficiale ed arrogante, è un'arrivista che sembra voler aiutare Mae a crescere in quel posto dal potenziale infinito, anche se in realtà si capirà che la tiene d'occhio perché tutti sanno che sono amiche (che amicizia!).

Così Mae inizia a lavorare per il "servizio clienti" (lo chiamano in modo più trendy, ma è questo).
Dovrà rispondere alle domande dei clienti e cercare di avere sempre una media di feedback supereccellente: esempio, se un cliente le da "solo" 93 interviene la domanda intimidatoria "Come posso migliorare?" così ma mandare in titl il cervello medio e cambiare voto con un 100, pur di non argomentare.
Dopo un paio di settimane avrà non solo quel compito ma altri, cioè essere "social".
Ovvero con altri due schermi dovrà costantemente tener aggiornato il suo profilo, leggere i vari eventi, commentare,....insomma, manca poco al: "Vado al bagno, fatemi incoraggiamento!".
E qui iniziano i problemi, o almeno noi lettori inizieremo ad accorgerci che c'è qualcosa di davvero malato nel pretendere un collegamento costante tramite i social e nell'atteggiamento che tengono a riguardo tutti coloro che vivono e lavorano al Cerchio.

Scopriremo presto che l'azienda punta ad avere tutto collegato ed online. Infatti uno dei fondatori con la creazione del primo programma per avere un "profilo personale vero" ha dato il via ad una rivoluzione: niente più troll, niente più informazioni false.
Un account con tutte le informazioni per tutto, collegando ogni cosa: identità, banca, social,...

Più semplice in apparenza, ma a cosa si rinuncia?
Ogni cosa mai postata loro la trovano e la usano "per te", ogni cartella medica loro la usano per "prevenzione" insieme ad un bracciale che monitora tutto ciò che fai e come ti senti, in ogni istante.
Infatti la prima cosa che fanno quando Mae arriva è sostituire il suo PC con un tablet aziendale ed il suo cellulare con uno più "moderno" ma della società, spostando tutti i suoi file sul Cloud a cui lei, ma anche l'azienda, potrà accedere.

Io ho trovato tutto soffocante!
Mentre leggevo sentivo una stretta allo stomaco: ma la libertà?
Non si accorgono di cosa stanno facendo? Di cosa si stanno facendo fare?
Oppure i capi lo sanno benissimo e approfittano di questi "geni" per i loro scopi?

Mae appare sempre più assurda ed imbambolata.
Vive questo "sogno" senza mettere in dubbio niente, fa tutto ciò che le dicono e non si rende conto di cosa, piano piano, le tolgono con la scusa che "più cose sappiamo, più possiamo aiutarti".
Firma questo foglio. Ok.
Fai questa cosa. Va bene.
Commenta più spesso. Certo.
Ma.....la personalità?!?

Davvero un libro difficile da finire, per lo stile (piuttosto noioso in alcuni punti) ed il modo in cui porta avanti la storia. Infatti vorremmo prendere Mae a sberle fin dall'inizio!
Come molti altri protagonisti del romanzo.
Non è un'eroina intelligente e coraggiosa, che si batte contro un sistema sbagliato.
E' un ingranaggio di questa macchina e non fa nulla per contrastarlo minimamente, anzi acconsente ad ogni piccolezza.

Alcune figure compaiono e cercano di farle capire che sta sbagliando, che deve porsi domande in merito, come i suoi genitori o il suo ex ragazzo.
Oppure uno strano tizio che le si avvicina, ma che nessuno sembra conoscere, che la metterà in difficoltà...

Un finale piuttosto prevedibile, anche se fino all'ultimo si resta con alcuni dubbi in merito.
Fa riflettere, questo certamente, eppure non credo sia una lettura per chiunque.
Se siete in dubbio, cercatelo in libreria piuttosto, così scoprirete se fa per voi oppure no.

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