Opinione: Big Bad Bunny, di Samuele Fabbrizzi

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In viaggio con sei amici  alla volta di El Paso, Texas. Tutto sembra filare per il verso giusto, finché i ragazzi raggiungono Los Monstruos e il Marvin Hotel, con la strana e inquietante, malvagia famiglia che lo gestisce, unici superstiti di una comunità di circensi, di fenomeni da baraccone, di freaks. Votati a una divinità altra rispetto a quelle conosciute, un Grande Coniglio con la passione per i personaggi dei Looney Tunes.

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ADORO!
Si, esatto, è uno di QUEI libri che regalano storie folli, assurde, dai tratti trash, mescolando humor nero con horror ed un (grande) pizzico di splatter.
Irresistibile per me, già dalla premessa. Ma poi dall'apparenza bisogna vedere i contenuto, perché alcuni restano superficiali e banali, altri riescono a raccontare qualcosa in più.
E questo fa parte della seconda categoria, anche se ha qualche "ma", per questo non mi ha convinto del tutto.

Durante la lettura non sembra neanche di leggere, ma di guardare un film dell'orrore che scorre davanti agli occhi, tanto sono semplici eppure efficaci le parole che raccontano questa storia.
Cosa che diranno anche i protagonisti, strano ma divertente.
Come nei migliori B-Movie non può mancare un minivan con 6 amici (tra cui una coppia) che percorrono una strada isolata e che finiranno per imbattersi in qualcosa che cambierà le loro vite per sempre. Conosceremo Fargo, Jennifer, Demetria, Pedro, Sonia e Damasco.
Fargo è la testa calda del gruppo, da poco fidanzato con Jennifer che ha mollato Pedro, ma a cui ancora pensa. No, tranquilli, niente telenovela. Poi c'è Demetria, una giovane che sta avendo strani incubi, che peggioreranno andando avanti in questo viaggio. Damasco, un metallaro, fattone e depresso, che crede di dover finire i suoi giorni con una cicciona, perché nessun'altra donna lo considererà mai. Sonia, la sorellina di Fargo, appena diciottenne, fissatissima coi social. E, per ultimo, Pedro: ex di Jennifer, forse il più strano del gruppo, uno scrittore senza ispirazione che si sente un fallito e senza nessuno stimolo.
Un bel gruppetto insomma!

Tutto cambia quando si imbattono in qualcosa nel mezzo del deserto, che porterà Fargo ad allontanarsi dagli altri e...svanire! Costringendo la comitiva ad andare a cercarlo fino al Marvin Hotel, finendo tra le grinfie di una famiglia freak alquanto particolare.
Infatti accanto a questo Hotel, nella cittadina di Los Monstruos, c'è un tendone da circo abbandonato dopo un tremendo incendio avvenuto anni prima. Un evento che ha sconvolto la comunità dei circensi per le perdite avvenute, oltre che la città, lasciando una pessima reputazione su quell'area.
Cosa che comprenderemo sempre di più andando avanti nella lettura.

Sangue, sesso, morte, gioventù ed uno stranissimo culto, si uniscono a formare questa incredibile storia. Niente censura, niente ammorbidimenti nella trama,...tutto è forte e spietato, come un sogno (erotico) o un incubo (splatter). Si salta fra queste due realtà principali che sono le più forti e che restano impresse nel lettore, altalenando ciò che prova.

Un bel romanzo, interessante e scorrevole.
Il finale non è prevedibile, ma mi ha lasciato l'amaro in bocca. Anche riguardo il culto del Grande Coniglio, in alcuni casi sembrava quasi forzato, non riusciva a prendermi completamente. Peccato, il resto davvero bello. In particolare l'assenza di un unico grande cattivo, "rimpiazzato" da tanti psicopatici, ognuno con le sue caratteristiche sadiche.

Ovviamente se siete facilmente impressionabili, cambiate immediatamente strada!
Non fa per voi, assolutamente.
Altrimenti, fatevi travolgere da questa ennesima estrema storia fuori dagli schemi di Fabbrizzi.
Vi piacerà.

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